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Cammino lungo la Parenzana (3/3)

3. Terza puntata

Quarto giorno

Sveglia alla mattina e colazione. Mangio in solitaria in quanto i proprietari non ci sono e mi hanno lasciato la colazione preparata in cucina.

Mentre mangio, penso a quella salsiccia fatta in casa, che all’agriturismo mi avevano consigliato la sera precedente, nella lettura del menù. La colazione, che ho davanti, è abbondante e completa …però non ha la frittata. Mi viene in mente una possibilità: e se faccio una doppia colazione?

Scarto immediatamente l’idea perché mi sembra un’idea da ingordi. Ma subito dopo trovo la scusa che il giorno prima ho camminato molto e che comunque oggi dovrò camminare, e quindi, male non fa. Anzi!

Così finita la colazione e pagata la stanza, mi dirigo non al sentiero, ma all’agriturismo da Toni.

E seconda colazione fu.

§§§

Finalmente parto veramente. La strada è tranquilla, non ci sono salite, per cui quei 12 chilometri che mi aspettano per Visinada rispetto ai 28 del giorno prima sono una passeggiata.

Arrivo a Visinada già alle 14, e qui faccio una deviazione e punto a Ferenzi dove conosco un agriturismo dove si mangia benissimo. Oggi la giornata è godereccia.

…Una precisazione, normalmente mangio da sportivo, in quanto lo sono.

Ma la PARENZANA è anche questo….

Camminare anche lungo la strada statale in cemento è un piacere. Il clima è caldo e ventilato, e a quest’ora ci sono pochissime macchine, è domenica ed è ora di pranzo. Sono felice.

Arrivo nel locale saluto i proprietari che conosco e mi siedo nella sala dove c’è un gruppo di triestini. Anche qui lo spirito è allegro. Quando mi vedono mi chiedono da dove vengo. Dico loro, che sto facendo la Parenzana a piedi. Uno esordisce: “Uh la Parenzana, noi l’abbiamo fatta già nel lontano 2007!”

Devono essere un gruppo ben affiatato e mentre mangio quel piatto di affettati misto e fusi fatti in casa con la gallina, loro, a fianco, parlano ininterrottamente della bontà di certi formaggi o di certi affettati, di quel locale, di quell’altro locale… ininterrottamente per tutto il pranzo.

La loro esperienza la si nota quando organizzano una specie di lotteria per l’ultima fettina di prosciutto crudo istriano rimasta sul lungo vassoio di acciaio. All’esultanza della vincitrice uno del gruppo ribadisce una massima: “è proprio vero l’ultima fettina di prosciutto è la più buona, mentre il primo sorso di birra è il più buono!” A tanta esperienza c’è solo da ascoltare e prendere atto, è vero!

Oggi, la giornata è così.

Prima di partire saluto i proprietari e dico loro che segnalerò ad altri persone il loro agriturismo.

Si mangia molto bene e l’attenzione che mettono per soddisfarti ti fa sentire a casa.

In Istria le persone ti accolgono proprio bene e nonostante ti trovi “all’estero” per tutto il mio percorso ho sentito parlare quasi esclusivamente istroveneto ed i locali sono pieni di triestini. Un’altro aspetto piacevole di questi ristoranti è che il proprietario quando non può soddisfarti in qualcosa è veramente dispiaciuto. Il motivo è anche dato, oltre al carattere personale, al fatto che spesso i clienti che frequentano questi posti sono abituali e non sono solo di passaggio come avviene nei posti turistici. Così accade che sulle loro pareti puoi trovare delle targhe o delle poesie goliardiche che i clienti danno ai proprietari e i proprietari con piacere appendono.

Oggi giornata veramente tranquilla.

Adesso mi dirigo a Visinada, alla mia nuova stanza.

Sono vicino alla casa quando un cagnolino mi si avvicina abbaiando. Lo fa non in modo aggressivo, ma abbaia facendo una grande confusione. Quando arriva ai miei piedi e io mi abbasso per accarezzarlo, si zittisce di colpo, si butta giù immediatamente con la schiena a terra, e mi da la pancia per accarezzarlo. Tutto contento lo vedi che socchiude gli occhi per il piacere, per poi guardarmi quando smetto un attimo in attesa di essere riaccarezzato. Più tardi scoprirò che è il cane dei proprietari della casa dove sto andando.

Incontro la proprietaria, una giovane donna molto cordiale. Ha un modo accogliente nel trattare le persone. Quella del giorno prima era invece tipo ruspante e quando ero arrivato, aveva le mani con la farina degli gnocchi e mi aveva fatto un cenno con la testa per dirmi dove trovavo le chiavi e poi con la mano mi aveva indicato la direzione della casa con la stanza, e alla mattina del giorno dopo a colazione non c’era nessuno.

Lei, invece, dà tutte le attenzioni che una persona ha piacere ricevere. Questo piacere lo si prova soprattutto dopo una camminata nella quale si è rimasti soli con i propri pensieri e si ha piacere di condividere parte della giornata vissuta con qualcuno.

Mi mostra l’appartamento. è bellissimo. La vista della casa da direttamente su Montona. è una delle case con il panorama tra i più belli che abbia visto in assoluto.

La casa è nobiliare nella sua struttura, posizione e ambiente. La proprietaria l’ha resa calda anche nei suoi particolari. Parliamo un po’, visto che anch’io sono di origini istriane.

Il tempo passa piacevolmente e anche per me dopo questi giorni di cammino fa molto piacere dialogare un po’.

La cena questa volta la salto e vado in una campagna lì vicino, e facendo un pò di stretching alle gambe, mi gusto il concerto dei vari uccelli nel tardo pomeriggio, inizio del tramonto. Il tutto è così piacevolmente bello, armonioso e rasserenante, che vorrei portare questa emozione con me…

Il sistema c’è! Estraggo l’Iphone e messa la funzione “Registrazione”, registro il canto degli uccelli, api, vespe, vento, voci, campane… tutto quello che accade. Passato un po’ di tempo rientro nella casa, e visto che “non ho impegni”, propendo per andare a dormire. Ore 20 e 30. Non ricordo l’ultima volta che accadde questo.

Quinto giorno

Mi sveglio e sono completamente rigenerato. è il posto nel quale ho dormito meglio in assoluto.

Rita, così si chiama la proprietaria, mi ha preparato la colazione. C’è di tutto e il burro è messo a forma di ricci sul piatto e rende proprio l’immagine della colazione della mattina.

Nel frattempo, mentre lei mette in ordine alcune carte, parliamo.

Le persone che si incontrano durante la Parenzana, entrano nei nostri ricordi assieme a tutto ciò che abbiamo vissuto.

Mi mostra un libro con dei graffiti sul muro che sono stati rinvenuti nella chiesetta lì vicino. Mi dice che posso chiedere la chiave al parroco, nella casa difronte, e andare a visitare.

La saluto calorosamente e ci auguriamo reciprocamente un buon proseguimento.

Ascolto il suo consiglio e vado a prendere le chiavi per visitare la chiesa, il parroco non c’è, ma incontro la sorella in carrozzella che mi dà le chiavi e dopo aver parlato un po’, anche lei mi augura calorosamente un buon proseguimento. Sono piccoli momenti che danno piacere ed intimità. Visito la chiesetta, e i graffiti suscitano in me l’interesse perché avevo letto la loro storia e rappresentazione nel libro. Altrimenti li avrei visti in modo molto superficiale. Non sono dei graffiti di alto valore pittorico, ma nel complesso alcuni elementi sono interessanti, quelli soprattutto con le immagini delle punizioni per chi nel giudizio finale finiva malamente…

§§§

Finita la breve visita, riprendo il mio cammino, destinazione… PARENZO!

In perfetta forma, ritemprato dall’ottimo cibo degli ultimi giorni, dalla bella dormita e dai piacevoli incontri.

Fare una giornata leggera, dopo i primi tre giorni, di cammino si è rilevata una coincidenza organizzativa ideale.

Così fischiando comincia l’ultima tappa.

Il percorso che mi aspetta sono 22 km su un tratto di leggera discesa, impercettibile.

Il passo è quindi leggero, così come lo sono i pensieri che ho in questo momento per la contentezza del viaggio e la meta finale a fine giornata.

Anche oggi il tempo è splendido per camminare.

Il paesaggio si fa ampio. Campi coltivati, prati, boschi, casette, e un continuo cantare degli uccelli e… ti fermi per ascoltare quello che ci mette tutto l’impegno possibile per richiamare la possibile compagna, facendo tutte le combinazioni possibili.

Il tutto sembra così banalmente idilliaco, anche nello scrivere. Ma è così, ed è a due passi dalle nostre abitazioni.

La camminata è proprio una passeggiata tranquilla.

Ad un certo punto passo vicino ad un gruppo di case e all’improvviso alcuni cani escono fuori dai giardini delle case e iniziano ad abbaiarmi. Sono tutti senza collare.

La situazione non mi piace, perché sono venuti da direzioni diverse e ora mi sento circondato. La mia prima impressione è di parziale pericolo, in quanto non li sento singolarmente pericolosi, ma trovandosi in gruppo, c’è sempre la possibilità che qualcuno possa scattare all’improvviso. La tattica che uso è quella di mantenere la stessa andatura, di non avere un minimo cenno di cambiamento nel mio modo di muovermi e con lo sguardo in avanti, ma un po’ di lato per poter vedere più o meno dove sono, senza guardarli negli occhi, per evitare di suscitare in loro delle emozioni ostili.

I cani sembrano smettere di seguirmi, ma all’improvviso sbuca fuori uno di lato piuttosto grosso e mi si avvicina abbaiandomi in malo modo. La cosa non buona è che non è fermo mentre mi abbaia, ma mi viene dietro e ha l’intenzione di avvicinarsi. Sta riducendo la distanza tra me e lui.

Cosa fare?

Decido di non guardarlo negli occhi e di continuare a camminare in modo costante senza variare il mio ritmo iniziale, e mantengo sempre lo sguardo obliquo per vedere dove è lui e dove sto andando. Istintivamente metto il bastoncino che ho con me dietro le gambe e lo metto in modo orizzontale, tenendolo fermo con l’altra mano.

L’idea che mi sono fatto è che se mi attacca, lo fa da dietro sulle gambe e forse vedere un ostacolo, uno sbarramento, qualcosa che lo possa disorientare mi potrebbe permettere di prendere quel tempo sufficiente per continuare ad allontanarmi e far scemare in lui la sua percezione di me come minaccia per lui. Funzionerà?

La risposta finale è si, ma in quel momento il dubbio c’era.

Il tutto è durato pochissimi secondi e il ritorno alla calma più assoluta dei passi successivi, fa sì che questo momento sia stata una bolla chiusa in se stessa…

§§§

Il percorso riprende la sua atmosfera di calma totale e serenità, e come indicato nel libro… all’improvviso appare un pino marittimo! Che bella questa visione.

è lì che si erge solitario e ti dice: “Il mare è vicino, da qui in poi entri in territorio di mare”!

La meta si fa dunque vicina.

Finisce la strada di terra e ci si trova nella strada asfaltata.

Pensavo fosse più disagevole il percorso sulla strada asfaltata con le macchine che passano, e sono tante. Ma, invece, il marciapiede largo sulla sinistra e poi sulla destra ti permette di fare l’ultimo tratto in totale tranquillità.

…Il mare si fa vedere. Il suo riflesso allarga la visione del paesaggio e la prima tabella con la scritta POREC, mi dà altra energia.

Alcune persone nelle macchine mi guardano e vedi nei loro occhi l’espressione, “ma questo dove va?”

Dove vado? In stazione a Parenzo!

Una leggera stanchezza comincia a farsi sentire. è una stanchezza che proviene anche da un momento di rilassamento. Qua non c’era nessun impegno agonistico, ma il compimento di qualcosa comunque ti dà una sensazione di benessere e di rilassamento, nel momento stesso del suo raggiungimento. Soprattutto se lo fai passo dopo passo in leggera discesa con il mare davanti sul tardo pomeriggio, nel tramonto.

Si creano un miscuglio di sensazioni tra un po’ di stanchezza che ti rende più disponibile, il tepore del tardo pomeriggio, il panorama distensivo, la meta in arrivo, e cominci a dare attenzione ai tuoi passi. Sono gli ultimi passi, e quindi poni attenzione a loro. Te li gusti, stai arrivando.

Sono così immerso in questa sensazione un po’ intimistica che vengo invece risvegliato da un vociare provenire dagli alberghi che sto passando di lato. Vi sono molte persone a bordo piscina, altre sdraiate sui lettini, altre che stanno per entrare nella piscina, chi mangia un gelato, chi cammina, chi in bicicletta… tutto un movimento di gente. Come se fossimo in piena stagione estiva!

Lo stacco tra la solitudine dei giorni precedenti e adesso, si nota!

Ma è solo un attimo, ritorno con le mie emozioni dieci metri dopo quando comincio a costeggiare il mare e all’improvviso tra gli alberi intravedo Parenzo!

Qui sono di casa.

Tra gli alberi, si fa vedere con il suo campanile e l’isoletta a fianco.

La stazione è vicina… molto vicina… eccola la vedo!

Mi avvicino e mi autofoto sotto la tabella della Parenzana.

Sono contento e rilassato.

§§§

Con questo animo vado a Parenzo e per combinazione incontro un caro amico di famiglia e rimango a dormire da lui.

Parliamo e scherziamo tutta la sera.

…Il giorno dopo partenza con l’autobus per il rientro alle ore 7.

Con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino, rivedo mentalmente tutti gli avvenimenti di questi giorni. L’ulteriore sorpresa di questo viaggio è stato l’incontro con uno degli autori della guida e così mi ritroverò a scrivere su questo cammino.

Come farlo? L’idea è quella di trasmettere così come è nato questo viaggio, nella sua casualità predeterminata e la sua serenità e spensieratezza durante il suo svolgimento.

La spensieratezza è data soprattutto dalla sua semplicità nel farlo, dall’impegno relativo, dalla facilità nel trovare posti per mangiare e dormire e soprattutto per la compagnia della Natura e delle persone amichevoli in bicicletta, per cui non ci si sente soli.

Mi viene da pensare che quando si fanno questi viaggi, oltre allo zaino, ci si porta dietro tutte le nostre esperienze di vita vissuta, che spesso sono intrappolate dai continui impegni e distrazioni quotidiane. Invece passo dopo passo questi lacci tendono ad allentarsi e certe sensazioni interiori cominciano ad uscire.

Lo scorrere delle sensazioni interne iniziano a dialogare con le varie voci della Natura costituendo il quadro principale, mentre la regolarità dei passi sono la cornice.

Ogni quadro ha le sue caratteristiche e il più bello sarà il vostro quadro.

“Prendete le vostre scarpe, il vostro zaino, partite e cominciate a disegnare il vostro quadro, ma soprattutto lasciate… che si disegni da solo”.

§§§

Ho deciso che nel racconto ometterò le emozioni e riflessioni personali, in quanto desidero che tutti quelli che intraprendono questa piccola avventura, possano trovare le “loro” impressioni e sensazioni.

La Natura dà ad ognuno di noi quello di cui abbiamo bisogno, le risposte.

Non descriverò dettagliatamente i luoghi e gli scenari del percorso fatto per non togliere la gioia delle scoperte personali a coloro che faranno la Parenzana… a piedi.

§§§

…Giunto a Trieste, vedo che sono in tempo per prendere al volo l’autobus per Isola.

Bene!

Il viaggio è giunto quindi alla fine e sono in autobus diretto ad Isola.

Il rientro a prendere la macchina, è l’atto conclusivo.

Sono stati dei giorni fuori programma, inaspettati, sono scorsi ognuno con la sua pienezza, e adesso dopo più di due ore di viaggio in autobus, mi sembra strano rimanere seduto per tanto tempo. Arrivo a Capodistria, l’autobus si ferma per l’ultima fermata.

La prossima è Isola.

La gente risale per la partenza, sono assorto tra i miei pensieri sulla conclusione del viaggio e su quello che ho da fare ora.

L’autista mette in moto e riparte, quando all’improvviso prendo lo zaino e dico all’autista: “Un attimo! Posso scendere?”

Ma chi parla in questo momento, chi è che agisce? Certo sono io, ma in realtà sto assecondando sorpreso una sensazione che mi è venuta all’improvviso e mi trascina.

L’autista mi dice di sì, ferma l’autobus, apre le porte e scendo.

Mi trovo mezzo incredulo fuori.

Ah, di nuovo aria! Come ad un pesce che ricambiano l’acqua, mi risento vivo e attivo. La sonnolenza del dondolio dell’autobus sparita. Prendo la borraccia, bevo un po’ di acqua e mi metto lo zaino in spalla. I miei due movimenti del viaggio. I miei due compagni e solo nel farli mi fanno stare bene.

Mi metto in marcia, destino… sempre Isola, ma a piedi!

è come aver soffiato su un fuoco coperto dalla cenere. Il tutto si riavvia.

A volte basta poco per rompere un copione che sembrava già scritto.

Così è anche nella vita.

 

Buon viaggio a tutti.

Mauro Galli – galli@spin.it

 Appendice

Riferimenti utili dei luoghi nei quali mi sono trovato bene:

KONOBA LUCIANA

Barboj 36, Umago, Croazia

proprietario Denis 00385 995010590

Vi sono anche tre stanze per dormire

Cucina ottima, disponibilità del proprietario Denis

Possibilità interno ed esterno.

AGRITURISMO TONI

Brkac a 2 km da Montona, Croazia

Tel 00385 52681531, 00385 98698554

Vi sono anche più camere.

Cucina ottima, locale rustico, proprietario e figlia personaggi.

AGRITURISMO RITOSSA

(fam. Ritossa) proprietaria Rita

Vižinada 46

52447 Vižinada, Croazia

Tel: +385 (0)52 446 211

Mob: +385 (0)91 799 8802

e-mail: info@agroturizam-ritossa.com 

www: agroturizam-ritossa.com

Proprietaria Rita piacevolmente cordiale e attenta agli ospiti, appartamenti ben curati e vista panoramica unica.

CASA DEL PROSCIUTTO

Ferenci – Vizinada, Croazia

Familia Fatoric

Tel 00385 52446

mob 091/5837954

Fatevi mostrare la cantina con i prosciutti e capirete.

Proprietari cordiali e attenti a soddisfare i clienti.

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