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Primo Piano / Viaggi

Trieste. Robe da matti

Problemi d’identità e di salute mentale in una regione multiculturale travolta dalla Storia

Da sabato 17 a domenica 18 settembre 2022

Trieste e la sua vasta area circostante sono da secoli multiculturali e plurilingui; luoghi in cui incroci e mescolanze sono la regola e danno vita a modi compositi di pensare, di vivere e di esprimersi.

Se è vero che si tratta di un territorio e di una comunità che vedono la compresenza dei mondi latino, slavo e germanico, lo sviluppo di Trieste tra ‘700 e ‘900 riceve l’apporto di numerose specifiche culture, provenienti da diverse parti d’Europa e del bacino mediterraneo: Greci, Serbi, Armeni, Ebrei, Tedeschi, Ungheresi, Inglesi…

La città, che per più di cinque secoli farà capo alla corona asburgica, non conosce barriere di comunicazione, ostilità e conflitti tra le comunità, che si mescolano a livello famigliare, di amicizie e di frequentazione quotidiana, creando così un terreno comune in cui ognuno contribuisce con una parte di sé ed acquisisce una parte dell’altro.

Il tempo del Nazionalismo e poi degli sconvolgimenti provocati dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale, separate dal Ventennio del cosiddetto “Fascismo di confine”, creano divisioni, conflitti e rigidità. Ciascuno viene forzato a riconoscersi in un solo gruppo ed in una sola cultura, a rinunciare (nascondendo o cancellando) ad una parte di sé, a mutilare la sua identità in nome dell’appartenenza e della fedeltà ad un solo gruppo.

La Trieste “italianissima” del Primo dopoguerra richiede a tutti di mostrarsi altrettanto “italianissimi” e rinuncia a quella pluralità di voci che l’aveva contraddistinta per lungo tempo. Sorgono così in ciascuno problemi di identità. Per ripulire sé stessi dalla parte giudicata sconveniente, per accordarsi alla musica della purezza nazionale, vengono compiute scelte dolorose, con la compressione, la repressione e l’eliminazione di alcune parti di sé. Tutto ciò non può non creare squilibri a livello interiore.

A questo si aggiungono i numerosi mutamenti di confine e di governo tra 1918 e 1954, che nelle fasi drammatiche del primo ‘900 generano scossoni, spaesamenti, paure, identità traballanti e ondeggianti per poter sopravvivere al meglio ai continui cambiamenti e alle nuove diverse richieste di fedeltà.

L’incertezza del confine, dell’oggi e del domani, si legano poi ad un fenomeno di antica radice nella Trieste dei commerci e dell’industria: quello del pesante prezzo pagato in termini di salute mentale da numerosi immigrati – spaesati e perduti – ed abitanti schiacciati dai ritmi duri e travolgenti di una città densa, caotica, sempre in movimento, capace di esaurire le energie della mente e dello spirito.

Trieste, all’interno della Penisola, diventa così capitale della moderna psicologia e psichiatria proveniente dagli ambienti viennesi, all’avanguardia per il trattamento del disagio mentale, dando vita già in epoca asburgica a quell’istituto di cura che, molti anni dopo, Franco Basaglia erediterà e condurrà verso nuove dimensioni.

Attraverso l’esperienza triestina, Viaggiare i Balcani propone così un itinerario per avvicinarsi alle falle della mente e ai tarli dell’anima – tra storia, società e vicende individuali. Ancora una volta osserviamo Trieste con occhi differenti, da angolature inusuali che sollecitano emozioni e riflessioni particolari. Ancora una volta, ci prendiamo cura della nostra umanità.

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Ph. Anja Čop – Archivio Turismo FVG

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